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“GRATTACIELI CHE NON SI SFIORERANNO MAI”. LA PITTURA DI LEONARDO PAPPONE
Sono andato a curiosare nella dimensione artistica di Leonardo Pappone. Più volte mi sono imbattuto sul web, in qualche suo quadro. Aveva una tematica con un’impronta riconoscibile e al contempo sembrava sottindere un messaggio ermetico. Trovavo interessante parlarne con l’autore.
Ed eccolo Leonardo Pappone. Ho avuto un colloquio con lui, un colloquio scorrevole e affettuoso. Non ci conoscevamo, ma più volte mio padre mi aveva parlato di tale amicizia. Tra l’altro conosco Franca, sua moglie, dai tempi della gioventù. Anzi, era una mia compagna di asilo e quindi presente nelle foto dell’album di famiglia.
“Buon pomeriggio Leonardo”
“Ciao Gianvito.”
Prima redigo un po’ di biografia, per me e per i lettori.
Leonardo ha militato, come ufficiale, nella Guardia di Finanza, per 35 anni. Le sedi in cui ha lavorato sono molteplici e ben spalmate sul territorio nazionale. A partire dalla sua formazione a Rovigo, per poi essere operativo a Roma, Trieste, Udine, Taranto, Napoli, Foggia, Campobasso, Benevento, Eboli, Ostia.
Ma Leonardo, nato a Montefalcone in Valfortore, da bambino coltivava una predilezione: quella di dipingere. Un amico del padre, lo avviò ai primi suoi quadri ad olio ed alla manualità con l’argilla.
Poi tutto viene riposto in un cassetto della vita. La sua attività lavorativa lo porta a quelle accelerazioni, che non permettono digressioni.
Poi, un giorno, si riaccende un faro su quella passione, congelata dal tempo. Leonardo riprende i suoi pennelli e il corso del suo fiume espressivo, trova il suo alveo.
Tutto comincia per caso nella città di Campobasso. Un professore di arte, vedendo le sue opere, gli consiglia di fare una mostra personale. Leonardo si dice: “Perché no?”. Così espone per la prima volta i suoi quadri con il titolo: “Segni innocenti”, misurandosi con il feedback del pubblico.
Chiedo a Leonardo di parlarmi dei concetti che ispirano le sue opere e noto piacevolmente diramazioni interessanti.
Leonardo raffigura dei paesaggi urbani. Questi sono incisi su delle tele da lui preparate, con materiali di riciclo. Ed usa l’acrilico. Così si producono nei quadri delle trame irregolari. In essi emergono solitamente dei grattacieli e palazzi uno di fianco all’altro, ma mai sovrapposti.
Il messaggio che sottende, esprime la contraddittorietà umana, che da un lato tende ad innalzarsi (come i grattacieli ) e a tendere verso il cielo, sia con la religione o quant’altro appartenente al mito. Dall’altro vi è la solitudine di chiudersi in spazi dove non c’è la natura, ma tante costruzioni una di fianco all’altra. È la solitudine del nostro tempo, dove ognuno è chiuso nella sua scatola magica, ovvero la sua casa. Luogo confortevole, ma leggibile anche come prigione dorata.
Elevazione e solitudine. Quindi.
Cerco il sito di Leonardo – “leopapp. it”- e guardo i suoi quadri. Sono aderenti alla sua narrazione. Sono coerenti con il suo credo. Li trovo accattivanti nella loro essenzialità.
Chiedo a Leonardo qualche sede delle sue esposizioni personali. Mi elenca su tutte: Roma, Napoli, Bologna, Bruxelles, Capri. Poi vi sono molti altri contesti.
In conclusione mi descrive la sua pittura, come espressione, ma anche bisogno di creatività. Auguri per questa nuova strada della sua vita.
Gianvito Pizzi Facebook FortoreFuturo Pizzi
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